”Una volta che l’universo si è formato, la vita non poteva che comparire” (C. De Duve).

     Tutte le storie hanno un inizio, un principio. Come te, ho perduto il ricordo della mia nascita, dell’altra vita custodita con cura all’interno di un’altra.  In quel mondo dimenticato, due cellule si sono unite in una sola cosa, l’una mettendo a disposizione dell’altra l’esatta metà di ciò che serve  per un nuovo inizio. Sono stato una cellula per pochi attimi! Sull’onda del miracolo della vita, essa si è rapidamente divisa generando un grumo di cellule,  l’una identica all’altra. Adesso inizieranno a separarsi fino ad assumere forme e funzioni diverse: ecco i tessuti, gli organi, gli apparati, i sistemi, capaci di costruire l’individuo a partire dalla loro complementarità di funzione.

Ventunesimo giorno: il cuore inizia a pulsare, a scandire ritmicamente il tempo della mia esistenza.  E’ così che sono stato  un pò pesce, un pò anfibio per poi assumere le sembianze di quello che sarò nell’altro mondo.  Per oltre 200 giorni sono stato immerso in un liquido simile all’acqua degli oceani, capace di proteggere e donare. Compiuti 280 giorni , eccomi esplorare una nuova e sconosciuta realtà, quella che farà da contorno al mio “transito terrestre”. Ma sono nato nel momento in cui mia madre mi ha messo al mondo o in quella notte nella quale i miei genitori si sono uniti? E prima di quell’istante, dove era nascosto quello che un giorno sarebbe diventato me? E ancor prima che la vita comparisse, che la Terra  prendesse  forma  ad iniziare dalla polvere delle stelle, dove erano gli elementi del mosaico che avrebbero disegnato i miei contorni? Alle origini delle origini, esisteva già qualcosa che un giorno sarebbe divenuto me quando l’universo comparve dal vuoto? La mia storia si confonde con quella dell’universo.

Al principio dei principi, all’origine delle origini, solo il nulla, il buio. Non posso dire in quell’epoca là poiché non esisteva il tempo, non posso dire in quel posto là poiché non esisteva lo spazio. Solo il vuoto! Vuoto capace di partorire dal nulla un “minuscolo qualcosa” dove materia, energia, tempo e spazio erano racchiusi stretti stretti: primordiale equilibrio dove il “tutto” aveva densità e temperatura infinite. 13,7 miliardi di anni fa. L’equilibrio primordiale, senza tempo, senza spazio, termina la sua esistenza con un potente boato: il grande scoppio, il Big Bang. Ecco l’universo bambino, compatto, senza luce, senza colori, capace di dilatarsi rapidamente, fabbricando  i primi atomi dopo appena 180 secondi dalla sua nascita: idrogeno ed elio, quelli più leggeri. Fiat lux! 380000 anni dallo scoppio! Minuscole particelle di energia iniziano a sfrecciare nello spazio del neonato universo,   liberandosi dalla tirannide della densità della materia: i fotoni. Ecco servite le  onde elettromagnetiche, la luce, i colori. Adesso gli ingredienti dell’universo sono disponibili per costruire nebulose, stelle, galassie, pianeti e infine “io, te, voi” e quella magnifica tribù dei viventi la cui origine rimane in quel punto dove tutto ebbe inizio 13,7 miliardi di anni fa!